Argomento della controversia

02.09.2019 – Milano – Folci

La mancata partecipazione al procedimento di mediazione, previsto dall’art. 5 D.lgs. 28/2010 per le controversie in materia di
condominio, prevede la condanna, per chi non ha partecipato senza giustificato
motivo, al versamento all’entrata del bilancio dello Stato di una somma
corrispondente al contributo unificato, mente non è previsto alcun rimborso delle
spese sostenute dalla parte che ha richiesto la mediazione. SENTENZA

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28.04.2019 – Roma – Corte di Appello

1) La presenza di un terzo del tutto indipendente rispetto alle parti giustifica le maggiori possibilità della mediazione, rispetto alla negoziazione assistita, di conseguire la finalità cui è preordinata.
2) È vero che mediazione e negoziazione sono entrambi istituti processuali diretti a favorire la composizione della lite in via stragiudiziale e sono riconducibili alle misure di ADR e che costituiscono condizioni di procedibilità della domanda giudiziale. La Corte però rileva che nella mediazione esista un fondamentale elemento specializzante rappresentato dal ruolo centrale del mediatore che è neutrale che rende evidentemente eterogenei i due istituti processuali con impossibilità di comparare le due discipline ai fini del sindacato di legittimità dell’art. 3 Cost.
SENTENZA

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14.04.2019 – Sondrio – Mazza

1) Il termine decadenziale di trenta giorni previsto dalla legge subisce una interruzione a seguito della proposizione della istanza di mediazione e riprende nuovamente a decorrere ai sensi dell’art. 5 c.6 Dlgs 28/2010, a far data dal deposito del verbale presso la segreteria dell’Organismo di mediazione. Ne consegue che l’atto di citazione avendo ad oggetto l’impugnativa deve essere portato a notifica entro il termine di trenta giorni che deve ricorrere nuovamente per una sola volta dal deposito del verbale conclusivo del procedimento di mediazione. La proposizione della domanda di mediazione ha, quindi, un effetto interruttivo e non sospensivo.
2) Il perfezionamento della notifica per il mittente, e quindi il momento rilevante per valutare il rispetto dei termini, è quello in cui l’atto viene consegnato all’Ufficiale Giudiziario e non quello in cui la notifica viene consegnata al destinatario.
SENTENZA

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27.03.2019 – Roma – Consiglio di Stato

La mancanza del requisito di qualificazione in misura corrispondente alla quota di lavori cui si era impegnata una delle imprese costituenti il raggruppamento in sede di presentazione dell’offerta è causa di esclusione dell’intero raggruppamento, anche se, per ipotesi, il raggruppamento nel suo insieme sia in possesso del requisito di qualificazione sufficiente all’esecuzione dell’intera quota dei lavori”. E ciò in quanto i requisiti di qualificazione attengono alle caratteristiche soggettive del concorrente che aspira all’aggiudicazione e consentono alla stazione appaltante di valutare la capacità imprenditoriale del concorrente a realizzare quella parte di lavoro (quota di esecuzione) che gli sarà poi eventualmente aggiudicata. SENTENZA

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20.03.2019 – Aosta – De Paola

Nessuna preclusione normativa era prevista per la rinnovazione della procedura di mediazione all’ esito dell’istruttoria; tale rinnovazione appariva ancor più opportuna nel caso di specie, in quanto non risultava che il procedimento di mediazione anteriore al giudizio
concernesse anche le domande (ivi comprese quelle risarcitorie, oltre quelle concernenti diritti reali) che erano poi state avanzate dagli attori nel presente giudizio, domande rispetto alle quali il convenuto aveva svolto le proprie difese ed eccezioni; tali domande ed eccezioni, con le relative questioni, invece, ben avrebbero potuto (all’ esito della compiuta definizione delle rispettive prese ed eccezioni delle parti) rientrare nell’ambito della mediazione da introdurre a seguito del presente provvedimento.
SENTENZA

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05.03.2019 – Roma – Cassazione

Laddove l’esecuzione avvenga direttamente contro il condominio, e non contro il singolo condomino, non solo l’esecutato è il condominio, debitore per l’intero (onde non entra in realtà in gioco in nessun modo il principio di parziarietà), ma l’espropriazione dei beni e
diritti del condominio, cioè di beni che, proprio in quanto condominiali, appartengono pro
quota a tutti i condomini, finisce addirittura per attuare, in linea di principio ed in concreto,
il richiamato principio di parziarietà (almeno fino a specifica prova contraria), senza
affatto violarlo.
SENTENZA

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05.03.2019 – Roma – Berti

In buona sostanza la domanda di mediazione produce sulla prescrizione gli effetti della domanda giudiziale ed “impedisce” la decadenza con la conseguenza che l’istanza determina un effetto di tipo interruttivo e non sospensivo e il termine per impugnare, dopo il deposito del verbale negativo della mediazione, è, di nuovo e per intero, quello di trenta giorni previsto dall’art. 1137 co. 2° c.c.
SENTENZA

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18.02.2019 – Pordenone – Leanza

Al fine di ritenere soddisfatto il requisito di procedibilità, è sufficiente che i fatti che costituiscono il petitum siano gli stessi del procedimento di mediazione, a nulla rilevando l’esatta qualificazione giuridica della vicenda.
SENTENZA

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14.02.2019 – Verona – Bartolotti

Anche nelle materie non assoggettate alla mediazione obbligatoria, il giudice, dopo avere concesso la provvisoria esecuzione del decreto opposto, visti i rapporti tra le parti e la natura della causa, può offrire loro l’opportunità di godere di un tentativo di mediazione, sia per favorire un componimento della vicenda sia per una eventuale soluzione generale delle questioni correnti tra le parti.
2) Fermo restando l’autonomia dell’organismo nella formulazione della migliore proposta, nella stessa ordinanza il giudice può suggerire alle parti una soluzione transattiva, in caso di esito negativo della procedura conciliativa, evidenziando i vantaggi economici che deriverebbero da un accordo e i rischi della prosecuzione della causa.
ORDINANZA

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08.02.2019 – Savona – Pelosi

In ordine al tentativo di mediazione, il termine di decadenza di trenta giorni per l’impugnazione delle delibere assembleari viene sospeso – per una sola volta – dalla domanda di mediazione, ma non dal giorno della sua presentazione, bensì dal momento della comunicazione alle altre parti.
SENTENZA

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06.02.2019 – Roma – Cassazione

Il legislatore ha previsto e voluto la comparizione delle parti innanzi al mediatore perché, solo nel dialogo informale tra le parti e il mediatore, conta che si possa trovare quella composizione degli opposti interessi satisfattiva al punto da evitare la controversia ed essere più vantaggiosa per entrambe le parti. Le parti possono farsi comunque sostituire da persone delegate, quindi anche dal loro difensore ma non solo, in alcuni momenti non salienti della mediazione, salva diversa disposizione legislativa. Allo scopo di validamente delegare un terzo alla partecipazione alle attività, la parte deve conferirgli tale potere mediante una procura avente lo specifico oggetto della partecipazione alla mediazione e il conferimento del potere di disporre dei diritti sostanziali che ne sono oggetto. Quindi, il potere di sostituire a se stesso qualcun altro per la partecipazione alla mediazione può essere conferito con una procura speciale sostanziale.
SENTENZA

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24.01.2019 – Verona – Vaccari

La convenuta va condannata al pagamento della sanzione di cui all’art. 8, comma 4 bis, d. lgs. 28/2010 poiché non ha partecipato al procedimento di mediazione senza giustificato motivo. Infatti, contrariamente a quanto sostenuto nel presente giudizio dal suo difensore, dal verbale di mediazione dimesso dall’attore risulta che essa aveva ricevuto l’avviso di convocazione davanti al mediatore con congruo anticipo rispetto alla data del primo incontro, originariamente fissata (28 giugno), e che in ogni caso tale incontro era stato differito al 19 luglio 2016, per consentire alla convenuta di parteciparvi, ottenendone però un riscontro negativo.

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22.01.2019 – Mantova – Fraccalvieri

Alla luce del principio di ragionevole durata del processo, la condizione di procedibilità si è avverata, sussistendo tra il procedimento di mediazione ed il presente giudizio piena identità di causa petendi e parziale identità di petitum, a nulla rilevando che nell’ istanza di mediazione gli attori abbiano quantificato le somme richieste diversamente rispetto all’ atto di citazione, ovvero non abbiano domandato il risarcimento del danno non patrimoniale iure hereditatis; potendo la parte istante, al fine di addivenire alla conciliazione, domandare meno di quanto chiederebbe in sede
processuale ed avendo, in ogni caso, parte convenuta avuto, in sede di mediazione, piena cognizione dei fatti posti a fondamento della pretesa attorea ed essendo stata
messa, pertanto, nelle condizioni di valutare l’opportunità della Conciliazione.
SENTENZA

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22.01.2019 – Avellino – Polimeno

1) La sanzione dell’improcedibilità è prevista deve essere comminata nel momento in cui la parte onerata ex lege che, a prescindere o meno dall’attivazione del procedimento da parte sua non lo coltiva non comparendo non comparendo al primo incontro avanti al mediatore.
2) La pronuncia ex art. 96 c.3 c.p.c. presuppone il requisito della mala fede o della colpa grave, ossia la rimproverabilità della condotta del soccombente, ma non la prova specifica del pregiudizio sofferto dalla parte a causa della lite temeraria subita, trattandosi di una condanna che può essere emessa dal giudice anche d’ufficio, sulla base degli elementi emersi all’esito del giudizio. L’istituto in esame possiede natura mista sanzionatoria e risarcitoria. La liquidazione va effettuata in via equitativa dal giudice prendendo in considerazione la gravità della colpa e i presumibili pregiudizi arrecati alla controparte, in ragione della natura, dell’oggetto della causa e della durata del processo, sia in termini di pregiudizio patrimoniale che in termini di pregiudizio non patrimoniale. La determinazione giudiziale, quindi, deve solo osservare il criterio equitativo e ben può essere calibrata anche sull’importo delle spese processuali o su di un loro multiplo, con l’unico limite della ragionevolezza.
SENTENZA

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